Se cercate l’elisir di lunga vita, basta abitare tra le colline dell’Alto Chiascio dove l’aria è buona e la cucina pure. Si vive benissimo e per crederci basta sapere che ci stanno 20 centenari a Gubbio con 15 donne e 5 uomini su circa 30.300 abitanti, 18 a Gualdo Tadino (13 donne e 5 uomini su 14.200 residenti) e una supernonna a Sigillo che conta 2.300 abitanti. Nella frazione eugubina di Branca ce ne sono addirittura due, si conoscono e quando capita ricordano i tempi andati. Sono Ernesto Costantini che ha compiuto l’età record di 106 anni il 23 luglio scorso e Corrado Codignoni, che il 26 gennaio scorso ha festeggiato il traguardo dei 103. A una manciata di chilometri sempre a est, nell’attigua frazione di Torre Calzolari, vive Luisa Menichetti che ha 103 anni ed è amorevolmente seguita da vicino dal figlio Poviglio Pascolini. In quel tratto di strada, sul vecchio tracciato della Pian d’Assino una volta funestato di incidenti prima di realizzare la variante che scorre parallelamente alle due frazioni, c’è chi ha messo solide radici e si gode la vecchiaia circondato da uno straordinario affetto e dall’ammirazione, quasi invidia, dei compaesani. Se n’è occupato Il Messaggero, nell’edizione umbra di oggi (lunedì 16 settembre), con un ampio servizio.
Larga parte di questi centenari, aggiungendo i 6 di Nocera Umbra (5 donne e un uomo) su 5.500 residenti a una quindicina di chilometri da Gualdo, si sono dati appuntamento mercoledì prossimo, alle 16.45, a Gubbio presso la basilica di Sant’Ubaldo sul monte Ingino. Si prepara la festa degli ultracentenari organizzata da Anteas del comprensorio eugubino-gualdese (Associazione nazionale tutte le età attive per la solidarietà) con referente Giancarlo Castagnoli, diocesi di Gubbio, Fnp-Cisl pensionati (referenti Gino Pannacci e Ortenzo Commodi) e coordinamento donne (referente Felicina Migliorati), le due amministrazioni comunali. Verrà officiata la messa dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e seguirà un momento ricreativo alla presenza dei sindaci Vittorio Fiorucci e Massimiliano Presciutti. L’idea è venuta con il vescovo emerito Mario Ceccobelli, che ha guidato la diocesi di Gubbio dal 2005 al settembre 2017 quando per raggiunti limiti di età ha lasciato a Paolucci Bedini. Il capofila della compagnia dei centenari è Ernesto Costantini che a casa, circondato da familiari e amici, ha superato la grande soglia solo col mal di schiena, dimostrando una ventina d’anni di meno.
È tutta da raccontare la storia di Corrado Codignoni. Il presente è fatto del passato senza tempo. Nella casa a Branca vive solo, assistito da una signora. Tante cose continua a farle senza problemi. La figlia sessantanovenne Giuseppina vive a 150 metri, mentre l’altra figlia, Amelia di 74 anni, sta a Ponte Felcino. Lui si confida volentieri: «Sto bene a casa mia, non ho mai pensato di condizionare le mie due figlie, i cinque nipoti e i quattro pronipoti con Eleonora la più grande che ha 22 anni e fa l’università». Corrado è autonomo nel quotidiano: «Cammino senza problemi ma preferisco guidare l’auto perché è meno pericoloso. Quest’anno mi hanno rinnovato la patente, ho una Fiat Panda e finché sono lucido qualche giretto attorno a casa me lo faccio. Appena mi renderò conto di non poter più guidare, lascerò perdere perché non voglio diventare un pericolo per me stesso e pubblico». L’autonomia è anche una questione d’orgoglio: «Fino a qualche mese fa mi occupavo dell’orto e bado comunque alle galline. Leggo, scrivo e guardo la tv. Mi piace essere informato, anche delle guerre al telegiornale». Il messaggio di pace è spontaneo, lui certe brutte cose le ha viste: «Non capisco di questi tempi mettersi a fare le guerre. Io ho vissuto la Seconda Guerra Mondiale, sono stato al fronte per diversi anni e prigioniero in Russia. Spero che la smettano». Ha lavorato come muratore («Mi è sempre piaciuto») per poi fare il fontaniere con il Comune. La moglie, Velia Sabatini, se n’è andata a ottant’anni, era del 1928 («La sento sempre vicina»). A tavola sa cosa fa la differenza: «Mangio soprattutto quanto arriva da mio orto e la carne nostrale, specie di maiale. A ogni pasto non rinuncio al bicchiere e mezzo di vino. Dopo pranzo e cena mi godo sempre il caffè con il Fernet-Branca. Ho scritto all’azienda alcuni anni fa e gli ho chiesto se c’è un segreto perché mi piace molto. L’azienda mi ha mandato una confezione di bottiglie, tutti i poster delle campagne pubblicitarie e mi ha invitato nella sede a Milano ma alla mostra. Non sono andato poiché ero più incuriosito da dove e come lo producono». Ieri sera ha un po’ straviziato alla festa per le nozze d’argento della nipote Sabrina. È bello vivere alla giornata con tutti i piaceri della vita.
Che meravigla questo signore vive in libertà assoluta e serenità :complimenti Auguriiii