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Verso le elezioni regionali: duello tra Stirati e Nafissi per un posto nella lista Proietti. L’ex sindaco intanto ha messo in piedi operazioni di marketing politico

Uno è di troppo, almeno in quella lista. Si fa un gran parlare della lista della candidata alla presidenza del centrosinistra alla Regione, Stefania Proietti, e la corsa a farne parte è appena cominciata.

Ci puntano l’ex sindaco Filippo Mario Stirati e Leonardo Nafissi forte del risultato personale ottenuto l’8 e 9 giugno. È chiaro che due galli nel pollaio sono troppi e allora si prepara una battaglia a distanza. Ciascuno sta giocando le proprie carte per strappare la candidatura nella consapevolezza, però, qualora fossero in lizza entrambi rischierebbero di annullarsi a vicenda e non entrare a palazzo Cesaroni. Ballano potere, poltrona e parecchi soldi anche perché Stefania Proietti si presenta da favorita alle elezioni che si terranno a metà novembre data la crescente debolezza nella quale viene data Donatella Tesei, con crescenti scetticismi nella sua stessa coalizione di maggioranza.

Stirati nella sua corsa ambiziosa ha qualche fardello pesante. Porta con sé la gravissima incontestabile corresponsabilità nella sconfitta elettorale che dopo 78 anni ha consegnato Gubbio alla destra. Stirati scarica tutte le responsabilità sulle divisioni a sinistra (che a Gubbio ci sono sempre state dal 1993 quando entrò in vigore la legge sull’elezione diretta del sindaco, con l’unica eccezione peraltro effimera e breve del 2011 con Diego Guerrini poi costretto alle dimissioni) e sulla candidata Alessia Tasso. Ma questo non basta perché il sindaco di Assisi è al corrente di come l’ultimo quinquennio eugubino sia stato disarmante e pieno di problematiche politico-amministrative e ancor peggio è successo al tavolo del campo largo, poi ristretto, al quale Stirati si è presentato con il solo scopo di strappare la convergenza dei partiti attorno a lui in vista proprio del voto alle regionali immaginando che quei partiti non debbano candidare nessuno di alternativo a lui.

C’è poi la situazione dei LeD, che ormai rappresentano solo quel che ne rimane, al di là dell’ultimo comunicato nel disperato tentativo di coagulare inventato dall’ideologo del movimento, il funzionario comunale Pavilio Panfili che continua imperterrito nella commistione tra professione di dipendente del Comune e passione politica da militante in prima linea. Quel comunicato di apertura a tutte le forze progressiste di sinistra, compresi gli storditi 5 Stelle, non è stato condiviso da tutti all’interno dei LeD ed è il preludio a qualche altra fuoriuscita o presa di distanza (non è un mistero che Alessia e Claudio Tasso siano ormai separati in casa).

Leonardo Nafissi sembra avvantaggiato per il consenso avuto a giugno ma si porta dietro anche le critiche da parte di chi l’ha ritenuto uno dei massimi responsabili della rottura a sinistra che ha finito con il favorire il ballottaggio tra Vittorio Fiorucci e Rocco Girlanda. C’è poi la considerazione che lo stesso Nafissi candidato alle regionali lo è già stato nel 2019, all’epoca sostenuto dai LeD con i quali c’è stata successivamente la rottura. Nafissi ha sponde in alcuni esponenti del Pd ma punta a un posto nella lista personale della Proietti, anche perché il Pd è orientato a non candidare nessun eugubino secondo quanto esplicitamente detto dal commissario Massimiliano Presciutti, impegnato a ricucire i rapporti nel partito sconfitto a giugno e dilaniato con un compito complicatissimo anche per il semplice fatto di essere il sindaco di Gualdo Tadino.

Stirati, intanto, le prova tutte per far sapere che è sul pezzo e in campo. Dopo la sortita sull’inceneritore e lo smaltimento dei rifiuti (croce della sinistra e della destra in tutti questi anni), per raccattare consensi nell’area degli ambientalisti “talebani”, l’ex sindaco ha fatto sapere sui social, con tanto di documentazione fotografica in un’operazione di marketing politico, di aver firmato la richiesta di referendum contro l’autonomia differenziata voluta dal governo Meloni e dalla Lega della Tesei “a danno dei territori più deboli – scrive Stirati – e di regioni come l’Umbria che rischiano di vedere ulteriormente indeboliti i servizi pubblici, a cominciare dalla sanità e dalla scuola. Per non parlare di comuni come Gubbio gravati da un enorme squilibrio tra l’immensa estensione territoriale e la popolazione. La distribuzione delle risorse deve rispondere a criteri di equità e solidarietà e non basarsi su di una ripartizione favorevole alle regioni più ricche del Paese”.