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Socialisti fuori dal Consiglio Comunale per la prima volta

L'ex sindaco Fernando Nuti (in piedi accanto al compianto notaio Franco Filippo Marchetti)

C’erano una volta i socialisti. A Gubbio hanno sempre avuto un ruolo importante, talvolta chiave. Ma ora, indipendentemente da chi vincerà il ballottaggio e diventerà sindaco tra Vittorio Fiorucci e Rocco Girlanda, il glorioso Psi non avrà alcun rappresentante in Consiglio Comunale. Non è mai successo. Dal dopoguerra hanno sempre avuto una rappresentanza a Palazzo Pretorio e hanno spesso spezzato il monocolore comunista alleandosi con il Pci, poi con il Pds-Ds-Pd, alla guida o all’opposizione della città. Stavolta hanno ottenuto un risultato disastroso, con appena 619 voti pari al 3,72 per cento pagando per intero il prezzo di uno schiacciamento su Filippo Mario Stirati, non capendo che era al crepuscolo con un epilogo inglorioso del suo decennio, e su Alessia Tasso.

ZACCAGNI PRIMO. Ha fatto la sua parte Francesco Zaccagni con 162 preferenze, l’unico in doppia cifra tra i 19 candidati della lista dove in 2 non hanno preso voti e uno chissà se è stato lui a votarsi senza aggiungere altro. Zaccagni, che ha tenuto botta rispetto al 2019 quando ne prese 164, rappresenta la continuità di quel partito, anche nel ricordo del padre Federico che è stato apprezzato consigliere comunale, assessore e vicesindaco rappresentando una colonna del partito e dell’Amministrazione Comunale. Oggi il Psi si porta dietro qualche cariatide di troppo che grazie al partito ha avuto incarichi e strapuntini ben pagati, contribuendo a veicolare l’immagine poltronara, specialmente con quello stare sempre e solo a sinistra, anche dopo che il Pci-Pds-Ds-Pd è stato il carnefice di Bettino Craxi che al Psi ha dato lustro e gloria portandolo ai massimi storici e senza l’abbraccio coi comunisti.

LA STORIA. Sono stati diversi e qualificanti i ruoli di responsabilità, ricordando su tutti l’impegno istituzionale dei vari Oliviero Faramelli, Maurizio Mariotti, Franco Bazzurri, Paolo Lilli, il senatore Luciano Fabio Stirati e Filippo Mario Stirati arrivato da socialista a fare il vicesindaco dal 1985 al ’90 e alla vicepresidenza della Provincia di Perugia dal 1990 al ’95, per poi passare nelle file del Pci-Pds-Ds-Pd carnefici del Psi. Il partito ha toccato il suo apice a Gubbio con il professor Fernando Nuti, che è stato sindaco in due periodi diversi. Insegnante e uomo di profonda cultura, venne eletto sindaco per la prima volta dal Consiglio Comunale il 1° novembre 1946 a seguito delle elezioni del 6 ottobre, come espressione di una maggioranza composta da socialcomunisti e indipendenti. Completò il mandato elettorale fino al 1952, per essere poi rieletto sempre dall’assemblea consiliare il 19 dicembre 1960 a seguito delle elezioni del 6 novembre, completando anche in questo caso il mandato fino al 1° gennaio 1965. Durante il suo mandato dovette affrontare il grave problema della disoccupazione, della mancanza di legna e di carbone, della ricostruzione (venne ripristinato il ponte distrutto sul torrente Camignano sulla strada Gubbio-Scheggia). Si attivò per dotare la città di giardini pubblici e nel secondo mandato per la redazione dei piani particolareggiati nelle zone di espansione e sul fronte della viabilità come la realizzazione della strada della Contessa grazie anche al sostegno determinante di Luciano Fabio Stirati, senatore dal 1963 e, dopo aver saltato una legislatura, dal ’72, in cui i socialisti si presentarono insieme ai socialdemocratici fino al ‘76. Tempi lontanissimi. Impossibile ripetersi.