Vox populi, vox Dei. Ovvero: voce di popolo, voce di Dio. Proviamo a raccogliere tutto quanto si sente dire in giro di Vittorio Fiorucci e Rocco Girlanda che si sfidano al ballottaggio per guidare la città. Premessa: nessun commento, nessun giudizio, ma solo una raccolta. Non si usa il condizionale soltanto perché si riportano le voci e quindi con un’attribuzione esterna, anche se ogni passaggio è chiaramente sotto condizionale, per quanto non si ravvisi nulla di offensivo o lesivo dell’immagine, e i diretti interessati e nominati potrebbero smentire in qualunque momento, con ogni disponibilità a ospitare su queste colonne eventuali repliche.
DI FIORUCCI si sente dire che è un ottimo funzionario di banca e che è stato un apprezzatissimo presidente nei suoi due mandati da presidente della Famiglia dei Sangiorgiari. Viene sottolineato anche il sostegno alle associazioni di volontariato e il buon nome del ceppo familiare di spessore umano e professionale, ricordando l’indimenticabile papà Franco, anche lui funzionario di banca. Si dice anche che a 57 anni, senza trascorsi da consigliere comunale o assessore ma solo una candidatura alle elezioni regionali del 2019 nella lista civica della Tesei (693 voti a Gubbio), è stato trascinato nell’agone sebbene avesse sempre escluso di candidarsi. L’operazione è stata condotta – a sentire appunto le voci – dall’imprenditore Carlo Colaiacovo, per contrastare Girlanda dirigente del rivale gruppo cementiero Barbetti guidando la scelta dei partiti del centrodestra perugino, e da uno storico alfiere della sinistra eugubina come Gianni Pecci, già stratega per l’elezione di Orfeo Goracci nel 2001 e che contribuì – insieme ad Alessandro Brunetti fondatore di Gubbio Civica, già assessore di Guerrini e nell’ultimo mandato in maggioranza al fianco di Stirati – in modo decisivo a far cadere Diego Guerrini portando al commissariamento del Comune, con riunioni a Belvedere anche con il presidente della Regione, Donatella Tesei, e altri esponenti di punta del centrodestra re- gionale. Si dice anche del coinvolgimento del giornalista Euro Grilli come addetto stampa personale non ufficiale e come tramite per una possibile intesa con Girlanda nel periodo precedente il deposito delle candidature a sindaco e delle liste. Si dice anche dell’appartenenza di Fiorucci alla Massoneria e del suo tesseramento con il Pd negli anni di Matteo Renzi segretario.
DI GIRLANDA si sente dire che è un ottimo dirigente d’azienda, uomo di punta del gruppo Barbetti e di Lc3 in continua ascesa a livello nazionale, nonché amministratore delegato e direttore generale di molte aziende, e che ha fatto un percorso politico-istituzionale ai massimi livelli come parlamentare, sottosegretario di Stato, segretario del Cipe e presidente della Fondazione Italia-Usa. Viene sottolineato il sostegno a molte associazioni di volontariato e il buon nome della famiglia di spessore umano e professionale, ricordando l’indimenticabile papà Bruno insegnante e preside, così come è stata insegnante la mamma, Lea Minelli, e lo è il fratello Luigi, con Annamaria direttore dei servizi generali e amministrativi in un circolo didattico. Si sente dire che Girlanda ha avuto rumorose vicende personali, come un avviso di garanzia quando era sottosegretario e la storia di un incidente stradale durante il mandato politico-istituzionale: in entrambe le vicende è uscito senza alcuna conseguenza. L’avviso di garanzia è stato archiviato su richiesta del pm che non ha mai sentito o convocato Girlanda. Niente altro di giudiziario. Per l’incidente invece la Procura della Repubblica ha rinviato a giudizio sei persone per avere ideato e realizzato un disegno criminoso teso a diffamare Girlanda. Quindi per la Procura solo illazioni prive di fondamento. Si sente dire che l’affiancano pezzi della sinistra come l’ex sindaco Diego Guerrini e Renzo Menichetti, già assessore con Orfeo Goracci che nel 2001 trovò in Girlanda una sponda con un accordo per vincere le elezioni contro Ubaldo Corazzi ritenuto legato alla Colacem di Carlo Colaiacovo.
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