In una conferenza stampa, questa mattina (martedì 23 aprile) nella sala degli Stemmi di palazzo Pretorio, il consigliere comunale ed ex sindaco Orfeo Goracci ha confermato che non si ricandiderà alle prossime elezioni comunali di giugno. Ha escluso anche una candidatura alle regionali parlando di “periodo sabbatico” che non sarà di “pochi mesi”, fino a confermare il sostegno a Gabriele Tognoloni di Cantiere Sociale-Sinistra Eugubina che è intervenuto muovendo attacchi a uno dei suoi avversari politici (senza fare il nome) e criticando l’applicazione della par condicio da parte del Corecom che vigilia sulle attività delle emittenti radiotelevisive locali.
Goracci ha ripercorso l’ultimo quinquennio di impegno politico-amministrativo, ripetendo in mezz’ora tutta d’un fiato con una relazione sottocchio, quanto aveva già scritto nei giorni scorsi su Facebook, poi ripreso in toto da un quotidiano locale per essere trasformato in un’intervista, con riferimento a 190 atti presentati con il benestare del presidente del Consiglio Comunale, Stefano Ceccarelli, che nella calendarizzazione ha usato per l’ammissione un metodo del tutto arbitrario non previsto dal regolamento. Ha criticato aspramente l’operato di Filippo Mario Stirati e del vicesindaco Alessia Tasso, candidata alla successione, arrivando a parlare di “marchette fatte pure male”.
Non ha approfondito, il consigliere di minoranza, la questione dei veti sulla sua persona che sarebbero venuti nelle varie trattative di Gabriele Tognoloni, del quale può considerarsi ideologo politico. “Tognoloni non si fa mettere i piedi in testa da nessuno figurarsi se ha un ideologo”, ha spiegato per quanto il suo ideologo è stato sempre considerato Lucio Panfili, anche dalla Procura della Repubblica di Perugia nell’inchiesta Trust sui presunti abusi negli anni da sindaco, che sicuramente non gli metteva i piedi in testa ma era per così dire politicamente “sodale”.
È tornato a parlare di quella che chiama la “via decadenziale” di cui sarebbe stato vittima da parte del Consiglio Comunale, che sulla base di un parere del Segretario Generale del Comune e di altri organismi sovracomunali, ha ritenuto inconciliabile il ruolo di consigliere comunale con l’esercizio di un contenzioso legale da parte dello stesso consigliere comunale contro il Comune, al quale poi Goracci liberamente ha rinunciato preferendo restare a palazzo Pretorio e senza impugnare il provvedimento dell’aula né il parere del Segretario Generale, dopo peraltro aver perso il contenzioso in primo grado. Goracci non si è posto la questione che, qualora non fosse stata sollevata la problematica, gli atti adottati dal Consiglio Comunale e dalla Giunta Comunale avrebbero potuto rivelarsi nulli per la presenza tecnicamente indebita di un consigliere comunale. Goracci ha negato questa eventualità, che invece è stata posta a livello tecnico-burocratico a suo tempo.
Sulle vicende giudiziarie partite nel 2012 e tutt’ora in corso, Goracci ha cercato di motivare una contraddizione politico-ideologica in termini, poiché lui stesso in passato e in generale la sua parte politica (si definisce “comunista nudo e puro” da sempre) hanno sempre difeso la magistratura e chiesto la non candidabilità e presenza nelle istituzioni di soggetti colpiti da provvedimenti giudiziari, fossero anche semplici avvisi di garanzia. Goracci ha osservato che la sua posizione nei confronti della magistratura è cambiata per il suo coinvolgimento personale, facendo anche riferimento all’avviso di garanzia a Silvio Berlusconi nel 1994 reso pubblico dal Corriere della Sera mentre a Napoli presiedeva il G7 e non l’aveva ancora ricevuto dalla magistratura. Goracci ha parlato di Stato di diritto messo in discussione. Goracci ha poi fatto più volte riferimento diretto e indiretto al magistrato Antonella Duchini, che come pubblico ministero si è occupata dell’inchiesta Trust insieme a Mario Formisano, tutt’ora rappresentante dell’accusa al processo di primo grado in corso al tribunale di Perugia per i reati contestati, tra i quali la concussione e la tentata concussione sembrano essere quelli più delicati da fronteggiare. Nell’occasione Goracci non ha ritenuto di dedicare alcun passaggio al fatto che il 25 ottobre 2022 il suo avvocato, Franco Libori, non ha espresso in aula al tribunale la rinuncia alla prescrizione ma esprimendo la facoltà di accedervi, dichiarazioni a cui a oggi non è seguita analoga dichiarazione in aula dello stesso Goracci.
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