Brunello Cucinelli Spa ha annunciato l’acquisizione della Sartoria Eugubina con le sue 70 maestranze. La vicenda è stata gestita interamente da Cucinelli che ha creato le condizioni per dare continuità a una radicata tradizione nel settore tessile.ù
“Siamo particolarmente contenti di questa notizia – sottolinea il sindaco Filippo Mario Stirati – e del lieto, lietissimo fine di una storia partita più di otto anni fa, che ci ha visto quale parte attiva, anzi, vorrei dire interlocutori indispensabili, in una fase in cui l’azienda era sostanzialmente arrivata al capolinea. Ricordo bene le dipendenti e le operaie arrivate sotto alle finestre di Palazzo Pretorio, disperate per una fine che era sostanzialmente segnata, e la mia telefonata a Rudy Severini, svegliato nel cuore della notte in America Latina, perché la storia di quella importante realtà manifatturiera non finisse. Da quella telefonata, e dal fattivo impegno di Severini, che oggi saluto con molto affetto e stima ringraziandolo per quanto fatto, è potuta ripartire questa bella storia. Naturalmente oltre a Severini sono intervenuti anche molti altri soggetti e istituzioni, dalla Regione dell’Umbria, a Gepafin, a diversi istituti bancari e alle stesse dipendenti, che hanno contribuito a salvare l’azienda diventando socie della stessa e facendo sì che oggi possiamo salutare con entusiasmo l’inizio di una nuova pagina. L’arrivo di Cucinelli a Gubbio è un fatto di straordinario valore, non solo economico ma anche culturale: la storia di quella piccola gemma, così viene definita dallo stesso Cucinelli la Sartoria Eugubina, è la storia di un artigianato genuino, prezioso, unico, portato avanti da mani sapienti. E nel percorso che oggi ci porta a festeggiare questo nuovo inizio ritengo sia stato fondamentale aver salvato il corso di moda dell’ex Ipsia, custode e in gran parte anche origine di quella manualità preziosa e di quell’eccellenza sartoriale di cui parla Cucinelli, un patrimonio da coltivare, salvaguardare e sul quale puntare per costruire un futuro economico, lavorativo, culturale all’insegna del bello e del made in Italy: immaginiamo un polo dell’abbigliamento di elevato profilo e percorsi formativi che garantiscano maestranze dalle mani sapienti anche per le prossime generazioni”.
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