Città Futura dice la sua, spiegando le ragioni della rottura con il tavolo del Patto Avanti rimasto con LeD, Pd, 5 Stelle e Socialisti. L’assemblea dell’associazione ha deciso ieri sera (giovedì 13 marzo), all’unanimità dei presenti, di uscire dal tavolo delle forze di centrosinistra. “Abbiamo provato in tutti i modi – viene riportato in una nota – a spiegare ai nostri interlocutori che c’è bisogno di una nuova stagione amministrativa che prenda il buono dell’ultimo decennio ma che al tempo stesso possa lanciare un progetto innovativo, nell’esclusivo interesse della città e degli eugubini. Purtroppo ci siamo scontrati con un modo vecchio, anzi vecchissimo di fare politica. Ed è per questo che abbiamo confermato la decisione di uscire dal gruppo e proseguire con un percorso autonomo e aperto al tempo stesso. Le motivazioni di questa decisione l’associazione le va ripetendo da giorni. Innanzitutto, la questione delle primarie. Gubbio Città Futura ha ribadito più volte i motivi politici e organizzativi del no a questo tipo di consultazione. I tempi sono ormai troppo stretti. Poi, non si possono ridurre a un plebiscito che non può tenere conto in 15 giorni di una diversa visione di città e del metodo per amministrarla, dei contenuti e dei programmi. E ancora, il fatto che le forze politiche non possono giocare a scaricabarile, ma devono assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo già visto com’è andata a finire nel 2011, quando c’è chi ha voluto farsi candidare a sindaco per forza con lo strumento delle primarie, senza tenere conto dei fattori sui quali noi da tempo stiamo mettendo in guardia il Patto Avanti progressista”.
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