Servono lavori urgenti allo stadio. L’impianto, che risale alla seconda metà degli anni ’70, mostra i segni del tempo al di là di qualche intervento tampone senza profonde ristrutturazioni. L’impianto di illuminazione, l’anello idrico, tribuna e gradinata, la semicurva decadente e da sempre incompleta hanno indotto il presidente Sauro Notari a chiedere invano al sindaco Filippo Mario Stirati e all’assessore allo Sport, Gabriele Damiani, un piano rapido ed efficace per l’adeguamento o in alternativa il prolungamento della convenzione per la gestione del “Barbetti” che scade nel 2025 per consentire alla società di pianificare investimenti e interventi.
La situazione è ormai fuori controllo, come testimoniato martedì sera (5 marzo) quando al 90’ della partita Gubbio-Arezzo hanno tremato i giocatori in campo, con De Simone in panchina al posto del tecnico Braglia ansioso sugli spalti per squalifica e Notari nella palazzina del Barbetti, dal blackout elettrico che ha visto saltare il gruppo elettrogeno. I fari dello stadio si sono improvvisamente spenti. I rossoblù stavano vincendo 1-0 con Di Massimo a segno. Si aspettava la lavagna luminosa che indicasse il recupero, poi lo stop forzato durato 9 minuti con la mobilitazione dei tecnici per ripristinare l’impianto di illuminazione, attivando l’allaccio con la linea elettrica, tra i cori di contestazione verso il sindaco Stirati.
È andata bene alla fine, ci sono stati 6 minuti di recupero e c’è scappato pure il gol del 2-0 con Bernardotto scampando del tutto il pericolo di un epilogo pessimo. Se infatti i fari non fossero tornati attivi entro i 45 minuti dal blackout, l’arbitro Drigo di Portogruaro avrebbe decretato la fine con la conseguenza sconfitta a tavolino per 3-0 (inclusa la multa, poi evitata anche quella) ai danni del Gubbio invece della vittoria esaltante per la classifica che stava maturando sul campo ed è andata in porto.
Non è la prima volta che succede dall’inizio di questa stagione, con due precedenti il 19 agosto 2023 in occasione del “Memorial Mancini” vinto dal Perugia 4-3 ai rigori dopo lo 0-0 con doppia lunga sospensione e il 22 ottobre in occasione della gara vinta 1-0 con l’Olbia che si giocava di pomeriggio con l’arbitro a chiedere l’accensione delle luci nell’ultima parte della gara e una torre dei fari andata in tilt ma senza conseguenze.
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