Presentato a Perugia il libro “Più credito per tutti?” con il perugino Stefano Cocchieri e l’eugubino Leonardo Nafissi tra i curatori insieme ad Alessandro Messina.
Già presentato in anteprima in Banca d’Italia a Milano e in Senato a Roma, alla presenza di rappresentanti del Governo e del Parlamento, dopo altre tappe questa volta è stata l’occasione di Perugia alla sala dei Notari di palazzo dei Priori
Presentato a Perugia nalla sala dei Notari di palazzo dei Priori, ha visto un momento di incontro, molto partecipato da istituzioni e rappresentanti del mondo delle banche e delle imprese, sul tema del finanziamento delle Pmi (Piccole medie imprese) per l’occupazione e lo sviluppo delle imprese.
Dopo i saluti del Sindaco di Perugia Andrea Romizi e l’intervento in video della Presidente della Regione Donatella Tesei da Bruxelles, il giornalista Giacomo Marinelli Andreoli coordinatore dei lavori ha presentato il professor Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica, che ha redatto la prefazione del libro.
Dopo il suo intervento, nel quale ha riaffermato l’importanza del sostegno fornito dal Fondo di garanzia alle Pmi, soprattutto nella fase di crisi legata alla pandemia Covid, i tre autori del libro hanno illustrato i contenuti del libro.
Per Alessandro Messina “siamo tornati ai livelli di diffusione della finanza speculativa precedenti alla crisi Lehman Brother (2007). Come se non avessimo imparato nulla. Il mondo nel frattempo è cambiato, anche fenomeni di massa come la digitalizzazione diffusa e le critptovalute diventano elementi di potenziale ulteriore instabilità. Il sistema finanziario – anche in relazione alla tutela del proprio assetto produttivo – è allora chiamato a ripensare se stesso, ma ne sarà capace?. Ed inoltre questa interpretazione così rigida delle normative europee in materia di vigilanza e concentrazione aiuta il sistema bancario a sostenere realmente le imprese di minori dimensioni?”.
Stefano Cocchieri ha trattato il tema del Fondo di garanzia PMI affermando che “c’è bisogno di una maggiore attenzione politica sul
ruolo strategico svolto dal Fondo sia nei confronti delle imprese, le vere
beneficiarie della garanzia, che delle Banche e dei Confidi che ne sono gli
utilizzatori.
Ma non va sottovalutata anche la modalità di utilizzo dei fondi con un occhio
attento alla finanza pubblica. Quando il Temporary Framwork Crisis si chiuderà
a dicembre” ha sottolineato “il Governo dovrebbe favorire anche l’utilizzo delle
garanzie di portafoglio che, oltre a garantire un “cap” di impegno per lo
Stato, consentono di ottenere una leva molto elevata”
Ha poi concluso gli interventi degli autori Leonardo Nafissi affermando che “si parte dalla consapevolezza dell’importanza delle micro e piccole imprese che rappresentano il 99,4 % delle imprese, fondamenta del sistema economico italiano. Queste imprese stanno subendo una stretta creditizia in progressivo aumento che rischia di bloccare l’economia e il Paese. Ci si deve dunque profondamente interrogare se il sistema bancario che si è andato profilando in questi anni, attraverso crescenti concentrazioni, sia idoneo a finanziare il tessuto produttivo italiano. Ed anche se le decine di miliardi impiegati nel Fondo di garanzia, certamente fondamentali per la tenuta del sistema produttivo, non potessero essere impiegati in modo più efficiente a favore delle imprese realmente in difficoltà evitando di disperdere risorse pubbliche su imprese tripla A“.
Si è poi aperta la tavola rotonda con i vari stakeholder, coordinata da Giuseppe Castellini, che ha interloquito con Carlo Pacifici, quale delegato all’area economia e finanza di Confindustria umbra, Enrico Guarducci presidente dell’ordine dei commercialisti di Perugia, Cristina Colaiacovo presidente della Fondazione Perugia, Albano Agabiti presidente di Coldiretti Umbria, Carmelo Campagna presidente di Gepafin e Luca Bonne presidente di ABI regionale.
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