Beppe Galderisi ritrova a Trieste un pezzettino del suo passato e ne ha parlato al quotidiano Il Piccolo con l’intervista rilanciata dal sito trivenetogoal.it. Il 27 maggio 2012, alla fine di quel pareggio con il Latina che per la Triestina significava non solo play-out persi e retrocessione in C2, ma in seguito anche il fallimento e la caduta agli inferi dell’Eccellenza, Giuseppe Galderisi era rimasto a lungo sulla panchina alabardata piangendo e poi si era presentato nella sala stampa del Rocco letteralmente in lacrime. Sabato il popolare Nanu, fresco allenatore del Gubbio (è subentrato a Sandreani la settimana scorsa e ha debuttato con uno 0-0 col Monza), ritornerà a Trieste stavolta da avversario e non nega che per lui sarà una giornata molto particolare: “Come si fa a dire che non sarà emozionante? Nonostante sia finita in quel modo e abbia pianto poche volte nella mia vita, per me Trieste resta un ricordo indimenticabile che mi riempie il cuore, un pensiero sempre vivo dentro di me, per la bellezza di una piazza che mi ha accolto bene nonostante le mille difficoltà vissute quell’anno e che sono note a tutti, e per l’amore che la città ci ha dato in quei mesi nei quali non sapevamo come gestire nemmeno la quotidianità. La tifoseria ha fatto sì che mi sentissi uno di loro pur in un momento davvero molto difficile, per questo io e il mio vice di allora Daniele Cavalletto, che è sempre rimasto con me e ora è qui anche a Gubbio, lanciamo un abbraccio caloroso a tutta la piazza e ai tifosi, ringraziandoli ancora per quanto ci sono stati vicini quella volta e per cosa hanno rappresentato per noi”.
AVVERSARIO FORTE. Per quanto riguarda la Triestina, Galderisi è certo si tratti di una squadra di valore e che parte del merito del suo rendimento vada proprio alla guida tecnica: “Parlando della squadra alabardata, io non ho dubbi sulla bravura del suo allenatore perché lo conosco perfettamente: ho studiato la squadra di Pavanel, le sue idee sono ottime e si vede che c’è la mano del mister. Sono convinto che per noi sarà molto dura, sia per la qualità della Triestina e dei suoi giocatori, ma anche per le idee di calcio che sono di un certo spessore”.
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