In una settimana si va al ritmo di una riunione della Giunta Stirati con i rappresentanti delle cementerie Barbetti e Colacem, e due riunioni di maggioranza, una subito dopo l’incontro la settimana scorsa e un’altra convocata per stasera (martedì 4 luglio).
Le cementerie e il Css sono diventati un’ossessione elettorale per la maggioranza del sindaco Stirati, con alla guida i LeD (Liberi e Democratici) e il supporto di Socialisti Civicili Popolari e Democratici per Gubbio che cercano di mediare con Francesco Zaccagni e Riccardo Biancarelli, dipendenti di Colacem.
Al centro delle febbrili trattative politiche di queste ore c’è il protocollo d’intesa che la Giunta Stirati ha sottoposto alle due cementerie: in sostanza, il sindaco è disposto a rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato (i cui termini scadono il prossimo 12 luglio) in cambio di un’intesa che prevede più controlli anche esterni ad Arpa (pagati dai cementieri), una elargizione di soldi in base ai quantitativi utilizzati di Css e la rinuncia fin d’ora a usare Cdr.
In sostanza, la Giunta Stirati ha fatto ricorso al Tar (perdendo) nel ritenenere illegittima l’autorizzazione della Regione sull’utilizzo del Css negli stabilimenti di Ghigiano e Semonte, e adesso potrebbe magicamente ritenerla legittima rinunciando al ricorso (che peraltro rishcia seriamente di perdere) se Barbetti e Colacem firmeranno il protocollo che le due aziende stanno esaminando e valutando.
Su tutta la vicenda pesano oltretutto gli esposti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Perugia che chiamano in causa le spese sostenute per controlli già assicurati da Arpa e i ricorsi con tanto di consulenze (circa 200mila euro).
Il ricorso e il protocollo collegati tra loro: si è di fronte praticamente a un baratto che nasconde, neanche tanto, il reale scenario fondato sulle prospettive elettorali del LeD che con l’attuale vicesindaco Alessia Tasso vogliono conservare il potere in città e con Filippo Mario Stirati mettere un proprio uomo in Consiglio Regionale, anche se le elezioni regionali saranno in autunno dopo quelle comunali previste per il 9 e 10 giugno.
I LeD temono di perdere consensi a sinistra, dove si stanno organizzando il Pd e l’ex sindaco Orfeo Goracci oltre a progetti civici trasversali in divenire, e per questo alzano il tiro sulle cementerie come se fosse un problema per la città rispetto a questioni ben più pressanti tra le infrastrutture insufficienti, la viabilità disastrata interna ed esterna al centro storico, i dati economici in profondo rosso insieme a quelli occupazionali che vengono tenuti in piedi proprio dalle cementerie in grado di assicurare i livelli di Pil che altrimenti sarebbero ridotti ai minimi termini.
Nella riunione di maggioranza di questa sera potrebbe entrare in gioco anche il futuro del governo cittadino e della stessa coalizione che dovrà poi affrontare le elezioni nel 2024, già sapendo che alcuni esponenti di punta se ne andranno dopo quelli persi in questi anni. Ma l’eventuale caduta anticipata di Stirati in realtà non la vogliono Alessia Tasso, i LeD e neanche gli alleati che rischiano di dover poi scalare una montagna nella lunga campagna elettorale da qui a giugno 2024. Ecco perché ci sono i pontieri in azione, soprattutto quelli che spingono le cementerie a firmare il protocollo. Taluni in maggioranza sono più preoccupati del proprio futuro personale che di altro.
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