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Ceri, una lettera durissima prospetta nuovi ostacoli per il riconoscimento Unesco. Il documento è stato tenuto nascosto

Un documento tenuto nascosto apre inquietanti scenari sulle prospettive dell’inserimento dei Ceri nella Rete che riunisce le feste con le grandi macchine a spalle nell’elenco dei beni immateriali dell’Unesco. Gramas sta per rete delle Grandi macchine a spalla e in un documento inviato al presidente dell’Università dei Muratori, Giuseppe Allegrucci, ai sindaci delle città della Rete, al sindaco Filippo Mario Stirati e a Patrizia Nardi, referente dell’elemento Celebrations of big shoulder-borne processional structures responsabile tecnico-scientifico progetto Unesco, ha fatto sapere che non avrebbe partecipato alla festa del 15 maggio 2023.

“Abbiamo molto riflettuto sulle dinamiche degli ultimi mesi – scrive Gramas -, da quando lo scorso anno eravamo tornati ancora una volta a Gubbio, dopo la parentesi irricevibile nella relazione con il sindaco Stirati, con i nostri migliori propositi di collaborazione e constatiamo che, nonostante gli intenti di proseguire lavorando finalmente insieme sul progetto di estensione di candidatura, nulla è cambiato”.

Gramas rivela che “abbiamo purtroppo constatato con amarezza che, nonostante i buoni propositi, non si è ancora riusciti a riavviare il processo: siamo rimasti al nostro pur significativo incontro dell’ottobre 2022 , nel quale c’erano in presenza e da remoto tutti i componenti del direttivo di Gramas e soprattutto la dottoressa Nardi, nel corso del quale ci sembrava fossero stati chiariti tutti i punti oscuri, in cui si erano stati presi accordi chiari e dove erano state anche tracciate le linee guida delle azioni da mettere in atto per fare in modo che le comunità potessero ricominciare a dialogare e lavorare tutte insieme. La dottoressa Nardi aveva individuato, insieme al presidente Allegrucci, anche un possibile ambito d’intervento condiviso, il progetto sul saper fare artigiano sulle Mani Maestre e a dicembre ci eravamo scambiati gli auguri ribadendo ancora una volta i nostri propositi, vostri e nostri. La presidenza di Gramas vi aveva invitati ad essere presenti a gennaio all’evento-conferenza per il decennale del riconoscimento Unesco a Nola (28 gennaio), ma purtroppo l’ invito, sia formale che per le vie brevi, è rimasto senza risposta. Un lungo silenzio fino al 24 marzo, che obiettivamente non ci siamo saputi spiegare. Quindi ci arriva l’invito per la festa. Onestamente, non crediamo sia opportuno partecipare perché la nostra partecipazione a questo punto non avrebbe senso, considerato che ci sembra che poco sia cambiato nei rapporti tra le nostre comunità. Registriamo, sinceramente, disinteresse e poca attenzione alle comunità della Rete e allo stesso progetto di estensione, per cui riteniamo che non sia utile la nostra presenza, anzi potrebbe innescare aspettative che noi non ci sentiamo, in questa situazione, di sostenere. Siamo rimasti alla pec del vostro sindaco nella quale ci aveva comunicato, a febbraio dello scorso anno, di non volere più interlocuzioni con noi. Dall’anno scorso mai un incontro per chiarire le posizioni, mai una telefonata, eppure ci arriva oggi dal Comune l’invito a partecipare. Con tutta onestà, crediamo sia opportuno capire in che direzione si voglia veramente andare. Noi la nostra buona volontà l’abbiamo dimostrata tantissime volte, la dottoressa Nardi ci ha spronati di continuo in questi anni, abbiamo dato tutto il nostro apporto possibile, il coordinamento tecnico-scientifico da lei diretto vi ha coinvolti in tutti i progetti importanti che in questi anni la Rete ha messo in atto, il vostro Comune è stato inserito dalla dottoressa nella mailing list degli invitati del Comune di Bethlehem alla cerimonia di inaugurazione della mostra al Peace Center e non abbiamo ricevuto neanche una mail di incoraggiamento, vista la difficile situazione in cui abbiamo operato. Probabilmente, in questo nostro tortuoso percorso, è stata sottovalutata la necessità dell’impegno necessario a sostenere un progetto di Rete, che dovrebbe essere attivo, continuo e da parte di tutti, comunità, soggetti istituzionali, coordinamento tecnico-scientifico. Se siamo una Rete, dobbiamo dimostrare di saper lavorare insieme, altrimenti non c’è niente che possa convincere nessuno e convincere soprattutto l’Unesco della capacità di riuscire a mettere insieme delle buone pratiche condivise, oggi e nel futuro. E questo non è una cosa facile se non c’è, appunto, l’impegno solidale, convinto e leale di tutti”.