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Giornata internazionale dei diritti delle donne, cosa resta della retorica dei politici con post senza pudore per accattare consensi

La chiamano festa delle donne, in realtà è la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Anche questo 8 marzo è alle spalle dopo essere passato soprattutto tra molta retorica, consumismo sfrenato e perfino la solita irruzione dei politici, in qualche caso senza alcun pudore visto come trattano le donne e come talune donne si fanno trattare per potere e carrierismo.

Hanno colpito anche tante frasi scontate, piene di retorica, come se la donna dovesse essere tenuta in considerazione e celebrata una volta l’anno. Si sono sentiti e letti, soprattutto da parte dei politici, degli interventi e anche post sui social allucinanti in cui si fa del perbenismo di facciata, quando in taluni casi ci sono storie, incluse vicende giudiziarie e intercettazioni scottanti, che testimoniano il lato peggiore di certe commistioni.

Si pensi a quei politici che esaltano le donne in generale e di famiglia in particolare dopo averne combinate di tutti i colori, perfino quei casi in cui il politico di turno ha palesemente approfittato della propria posizione di potere (più che del fascino) per ripagare tanta disponibilità femminile con le spinte carrieristiche, anche nella pubblica amministrazione.

Non sono migliori di loro, naturalmente, quelle donne che soprattutto nella pubblica amministrazione ne hanno approfittato per fare carriera, magari danneggiando altre colleghe che avevano più titoli e, oppure, anzianità di servizio.

Ci sono storie poco edificanti, per usare espressioni eleganti, anche senza guardare troppo lontano. Questo non è sicuramente l’8 marzo. Forse la celebrazione farisaica di qualche politico gli può servire soltanto per ingannare l’opinione pubblica, compresi i seguaci, cercando di accattare simpatie e magari in prospettiva qualche voto alla prima occasione. Un metodo squallido, ingannevole. Altro che Giornata internazionale dei diritti delle donne.