E’ finita nel dimenticatoio tra proteste e indignazione popolare la bretella dei Perugini, anello viario di collegamento tra via Perugina e via Paruccini, che a maggio-giugno 2021 era diventato uno snodo centrale per gli estenuanti lavori di Anas sulla variante della strada statale Pian d’Assino.
Quel tratto di meno di un chilometro era stato realizzato con i soldi (200mila euro) e la disponibilità delle imprese eugubine Barbetti, Colacem e loro collegate, Cereria artigianale umbra, Comef, Cvr, Siami, Autotrasporti Mori. Oggi risulta abbandonato e inutilizzato, oltre che chiuso al traffico e incompleto.
Questa strada è nata per fronteggiare quell’emergenza e anche con la prospettiva di alleggerire il traffico, ricordando il protocollo firmato nel maggio 2021 dall’Amministrazione Comunale e dalle aziende coinvolte con la possibilità che sarebbe stata successivamente valutata la possibilità di completare l’intervento, visto che la bretella si era comunque deteriorata, anche se questo non è mai avvenuto.
Il sindaco Filippo Mario Stirati scarica ogni responsabilità sulle aziende, come se quel tratto fosse privato e non pubblico oltre che previsto dal Pinoa regolatore, ed è rimasta lettera morta l’interpellanza della Lega, con i consiglieri comunale Michele Carini e Sabina Venturi che hanno chiesto “se c’è l’interesse a completare la bretella e in che modo l’Amministrazione Comunale intende restituire alla cittadinanza questo asse viario strategico per la città, soprattutto per snellire il traffico nella parallela via Beniamino Ubaldi. Il completamento della strada è di competenza comunale, pertanto servirebbe una Giunta propositiva e pragmatica e non attendista e in affanno nel chiudere le partite che contano”.
Sulla bretella è calato un vergognoso silenzio. C’è chi la percorre a piedi, chi cerca di rimuovere gli ostacoli per transitarci lo stesso. Stirati e la maggioranza non ne parlano più, anche perché sulle questioni della viabilità c’è già la grana della Contessa che a metà aprile è destinata alla chiusura tra furibonde polemiche e le paventate ripercussioni nefaste sul tessuto economico locale.
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