È destinata a produrre strascichi l’edizione decisamente sottotono della Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di Gubbio e dei prodotti agroalimentari. La partnership tra Comune e Comunità Montana Alta Umbria non ha dato gli esiti sperati e il comitato eugubino della Lega non ha mancato di sottolinearlo con una nota. “Abbiamo assistito al funerale della Fiera del Tartufo”, sentenziano i rappresentanti del partito di Matteo Salvini. “L’ennesimo capolavoro di questa amministrazione a marchio Pd s’è consumato sotto gli occhi di tutti. Gubbio è stata tra le prime città ad organizzare la mostra: chi non ricorda le migliaia e migliaia di presenze negli stand di piazza Quaranta Martiri degli anni passati? Beh, oggi siamo gli ultimi. Più che di una fiera si è trattato di un mercatino di una sagra paesana: appena 22 banchi di cui solo 5 di imprenditori eugubini. Un anno di convegni preparatori per partorire il nulla più totale! Con l’aggravante di una fortissima delusione tra gli operatori economici che hanno preso parte alla mostra, molti dei quali presenti da anni, ma che difficilmente sceglieranno di tornare”.
GESTIONE AI PRIVATI. Le critiche della Lega svariano su più unti: “Innanzitutto la location sbagliata, ma anche il supporto mediatico totalmente assente, oltre che un sistema informativo che promuovesse la mostra e ne indicasse l’ubicazione, peraltro discutibile e disorientante essendo doppia (il riferimento al piazzale Frondizi e agli arconi di via Baldassini). Impietoso poi il raffronto con la Mostra del Tartufo che si è svolta negli stessi giorni a Città di Castello. Ma soprattutto è sbagliato l’approccio mentale, che non riguarda solo questo evento ma tutto l’operato di questa amministrazione comunale; sono decine le fiere del tartufo, ogni borgo le propone, ma per distinguersi bisogna crederci e investire in termini economici e di maestranza, coinvolgendo gli operatori gastro-alimentari eugubini in primis, e perché no, gli artigiani dell’arte del saper fare eugubino. Altrimenti, se non si è capaci, meglio puntare ad altro”. Da qui l’idea di una proposta che invochi un’organizzazione affidata unicamente ai privati: “Trasferire le risorse oggi impegnate e far gestire l’evento direttamente agli operatori gastro-alimentari locali. Sicuramente sarebbero più motivati e coinvolgenti, oltre che bravi nel rilanciare la mostra. Oggi Gubbio è scesa di un ulteriore gradino, bruciando un’altra delle perle del nostro territorio: il tartufo”.
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