Un libro affascinante, dedicato al tartufo, che intreccia scienza, erudizione, letteratura e glamour. È ‘Truffle/Truffe. Il Tartufo: una storia di grandi passioni’ scritto a quattro mani da Marco Maovaz e Sonia Merli, pubblicato per i tipi dell’editore Fabrizio Fabbri e nato da un’idea di Francesco Allegrucci, appassionato conoscitore e collezionista di stampe e libri antichi, prematuramente scomparso il 22 maggio 2021 mentre stava raccogliendo materiali per una nuova pubblicazione a trent’anni da ‘Un diamante in cucina’.
A farsi carico di dare forma e sostanza a un progetto interrottosi sul nascere è stata Barbara Bettelli Allegrucci, consapevole del grande impegno profuso per anni da suo marito nella promozione e valorizzazione del tartufo, sempre più prestigioso ambasciatore della tavola italiana nel mondo. Un progetto peraltro accolto nell’autunno del 2021 con entusiasmo e sostenuto con generosità da Giuliano Martinelli che ha inteso onorare un’amicizia di lunga data nel trentennale della nascita della ‘Giuliano Tartufi’.
Il libro è stato presentato lunedì 5 dicembre a Gubbio durante un incontro, coordinato dal giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, a cui hanno partecipato Filippo Mario Stirati, sindaco di Gubbio, l’autrice Sonia Merli, Paola Mercurelli Salari, direttrice del palazzo Ducale di Gubbio, e Alessandro Campi, docente di scienza politica all’università di Perugia. Presenti, inoltre, Barbara Bettelli e Giuliano Martinelli.
“L’idea nasce da lontano – ha spiegato Martinelli – e viene da una grande amicizia con Francesco Allegrucci, che è l’autore nascosto del libro, lo abbiamo realizzato con dei grandi professionisti insieme alla moglie di Francesco. È un libro che mancava e che ripercorre molto bene la storia di questo pregiatissimo fungo, attraversando molti secoli fino ad arrivare a oggi”.
Il libro si articola in quattro sezioni: storia, iconografia (con un testo di Francesco Allegrucci e immagini di opere provenienti dalla Collezione Allegrucci), gastronomia, bibliografia e sitografia. Ad arricchire i contenuti scientifici e storici, presentati con tono divulgativo da Merli e Maovaz, contribuisce l’apparato iconografico, che spazia dai ‘tacuina sanitatis in medicina’ alle più disparate opere a stampa, dalle tavole botaniche alle etichette da collezionismo delle più note aziende francesi e italiane pionieristicamente impegnate, dalla seconda metà dell’Ottocento, nella commercializzazione del prezioso tartufo bianco e nero.
“Abbiamo un’immagine nel mondo – ha spiegato Sonia Merli – che è fatta di qualità della vita, ingredienti e prodotti della terra che sono unici, il tartufo in particolar modo è stato oggetto di una competizione con la Francia che io ripercorro storicamente e che ha dato luogo al capitolo in cui raccontiamo come alla lunga l’Italia è venuta fuori e ha creato una sua immagine del tartufo che è diventato un brand. Da storica del Medioevo e paleografa ho deciso di usare una fonte poco utilizzata che è quella dei tacuina sanitatis e poi siccome mi piace girare per archivi e avere un quadro a tutto tondo, ecco che mi sono spinta fino al Novecento”.
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