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Css nei cementifici, il sindaco annuncia che il 6 dicembre ci sarà l’udienza al Tar. Il nodo delle spese

Filippo Mario Stirati, sindaco di Gubbio

Il 6 dicembre il Tar dell’Umbria terrà a Perugia l’udienza con le parti in causa sul ricorso presentato dal Comune di Gubbio contro l’autorizzazione della Regione dell’Umbria per le cementerie Barbetti e Colacem sull’utilizzo del Css (Combustibile solido secondario), concessa attraverso il Decreto Cingolani nel governo Draghi per la semplificazione.

L’ha annunciato questa mattina (sabato 3 dicembre) il sindaco Filippo Mario Stirati intervenendo al convegno sui temi dell’ambiente, salute ed economia, organizzato dai comitati ambientalisti che sono schierati contro le cementerie e in particolare contro l’utilizzo del Css nei cementifici della Barbetti a Semonte e di Colacem a Ghigiano, sebbene sia previsto da normative europee e nazionali.

Stirati ha ribadito che il Comune ha voluto impugnare l’autorizzazione rilasciata dalla Regione il 29 dicembre 2021 a Barbetti e Colacem accusando la Regione di aver dapprima richiesto la Via (Valutazione impatto ambientale) per poi rinunciare, come da facoltà sia nel richiederla che nel rinunciare, sulla base appunto del Decreto semplificazione del governo Draghi.

La Regione e le due cementerie sostengono la legittimità dei percorsi tecnico-burocratici, evidenziando peraltro come la richiesta di Via fosse legata a un parere dell’Usl che non è previsto, dovuto e men che meno vincolante.

Il 6 dicembre le parti esporranno le proprie posizioni, poi il Tar avrà 45 giorni per emettere la sentenza anche se l’ordine non è perentorio e potrebbero dilatarsi i tempi fino a qualche mese.

Stirati e una parte della maggioranza, soprattutto gli esponenti della sinistra radicale dei LeD (Liberi e Democratici) e in ordine sparso nella coalizione del sindaco, cavalcano i comitati ambientalisti e quanti ostacolano ogni forma di introduzione tecnologica e per fronteggiare la crisi economico-occupazionale che fa di Gubbio la cenerentola della regione per Pil (Prodotto interno lordo).

Si ricorda per esempio la battaglia legale per fermare la postazione di telefonia cellulare della Wind nella frazione di Padule: anche in quel caso la Giunta Stirati ha cavalcato gli umori dei comitati salvo però poi perdere il ricorso al Tar con le spese a carico di tutti i cittadini senza alcuna ripercussione nonostante gli appelli alla Corte dei Conti per una verifica dello strumento dei contenziosi a pagamento, per sostenere le cause di una fetta dell’elettorato, che gravano sui bilanci comunali senza l’assunzione di alcuna responsabilità.

C’è il rischio che analoga situazione si ripeta per questo ricorso sul Css, riaprendosi in tal caso il dibattito sul perché debbano essere tutti i cittadini a pagare ricorsi ritenuti da larga parte degli osservatori e dell’opinione pubblica un sistema per accontentare settori dell’elettorato più che interessi collettivi.