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A Varese una “vera” intossicazione alimentare ha mandato all’ospedale 57 persone. Ma nessuno ne parla sui social…

La goliardia è stata la vera molla che ha prodotto qualcosa che non s’era mai visto prima, cioè un’autentica ondata mediatica che ha finito per accomunare Gubbio a qualcosa con la quale non ha nulla a che spartire. Ma le intossicazioni alimentari, quelle “vere”, esistono per davvero, e se ne stanno accorgendo in Lombardia, dove una comitiva di spagnoli (circa una sessantina) proveniente dalla regionale valenciana ha dovuto fare i conti con una brutta sorpresa. Appena scesa a Malpensa, e prima di dirigersi verso la Val Camonica (Darfo Boario era la sede della loro vacanza italiana), la carovana ha fatto tappa per la cena in un ristorante della provincia di Varese, accusando la mattina successiva forti dolori intestinali. Anche l’autista del pullman, che aveva mangiato con gli ospiti spagnoli, ha accusato i medesimi problemi. Pare che all’origine dell’intossicazione ci fosse una lasagna avariata mangiata da tutti i presenti, anche se saranno le indagini dei NAS a dover accertare eventuali responsabilità. Secondo la stampa locale, un’ottantenne sarebbe addirittura deceduta per via delle complicazioni dovute all’intossicazione, ma molte altre persone sarebbero attualmente ricoverate nell’ospedale di Esine (viene mantenuto il più stretto riserbo).

LO STUPIDO PARALLELO. Immancabili sui social, ormai vera croce della società moderna (perché utilizzati spesso e volentieri nella maniera meno appropriata), la notizia ha fatto presto il giro delle bacheche di tanti utenti. Alcuni hanno avuto l’ardire di definire quella di Varese una sorta di “Gubbio Bis”, tracciando un parallelo abbastanza stupido in riferimento ai fatto accaduti nella famigerata giornata di domenica 2 ottobre nella città eugubina. Chissà se però davanti a un decesso, che testimonia la gravità di quanto accaduto a Varese (a differenza delle ricostruzioni fantasiose e decisamente “originali” dei fatti di Gubbio), i tanti amanti del mondo social sapranno fare della facile ironia: probabilmente “orfano” di vocali Whatsapp coloriti, il popolo della rete si limiterà a constatare la notizia, e nulla più. Cosa che dovrebbe far riflettere ogni singola persona sulla necessità di utilizzare i mezzi social nella maniera più corretta, e non pensando di parlare come se si fosse a un bar. Per dirla alla maniera dei latini (attualizzata ai tempi moderni): verba volant, audio manent. E in mancanza di ciò, niente è virale.