A distanza di un anno dalla sua uscita, il libro “Rockilience” è stato tradotto in inglese. Luca Morelli, l’autore, ha voluto condividere in una lingua internazionale la sua esperienza di infermiere durante la pandemia e le sfide che ha affrontato per riprendere in mano l’attività imprenditoriale che la stessa pandemia aveva messo a dura prova.
“Gli ultimi anni – spiega Morelli – sono stati una sfida per tutto il mondo, indistintamente. Nel tempo abbiamo capito che ognuno di noi ha dovuto fare i conti con la paura, il senso della perdita, il cambio repentino di abitudini o mansioni lavorative”.
Quello che Rockilience racconta è proprio questa gamma di emozioni e di riflessioni perciò Morelli ha compreso che la lettura delle sue pagine può rappresentare il sentire di tutti, anche oltreoceano.
“La condivisione – osserva l’autore – è una risorsa che permette di superare esperienze traumatiche e di guardare al futuro sentendosi parte di un progetto universale. La pandemia, fra i tanti danni, ha provocato invece isolamento e solitudine. Ci ha impedito di parlare con le persone a noi vicine ma anche di viaggiare e conoscere nuove culture. Tradurre il libro in inglese è stato il sogno di infrangere i muri di questo isolamento per arrivare idealmente a tutto il mondo”.
Durante il suo recente viaggio negli Stati Uniti, Luca Morelli ha verificato “quanto la condivisione umana annulli differenze sociali e culturali. A New York, in un paio di incontri del tutto casuali – dice -, ho avuto il piacere di parlare con degli infermieri che hanno subito esternato grande attenzione nei confronti del libro. Nella semplicità di un dialogo, persone agli antipodi del pianeta si sono scoperte identiche davanti a tutti quei ricordi ancora così vivi e toccanti. Lasciando la metropoli ho poi saputo che gli infermieri si erano prodigati per diffondere il libro e ho percepito un forte senso di fratellanza. In quell’istante mi sono reso conto della grande potenzialità del suo romanzo realizzando che quella vacanza non poteva essere unicamente una vacanza. Il libro ha riscosso la curiosità di tutte le persone che ho incontrato ed è iniziata così, spontaneamente, la divulgazione di Rockilience”.
Morelli racconta di aver conosciuto a San Diego il presidente della House of Italy e diverse associazioni di italiani che vivono sul territorio che hanno subito mostrato interesse alla diffusione del libro. “L’America ha dato un feedback veramente sorprendente – aggiunge – confermando di aver compreso un sentire comune. Parlando la stessa lingua ci si può sentire a casa, ovunque”.
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