Nuove opportunità e un manoscritto statuto dei falegnami del 1600 donato ieri alla biblioteca comunale Sperelliana, nel complesso monumentale di San Pietro dove il recuperato lungo corridoio del lato nord è stato reso pienamente fruibile in tutta la sua bellezza grazie a tavoli forniti di prese elettriche per dispositivi elettronici, sedute e una nuovissima illuminazione studiata su misura per l’incontro, la lettura e lo studio.
C’è in aggiunta il servizio Wifi-Umbria ripristinato e adesso attivo in ogni spazio della stessa storica biblioteca cittadina che, diretta da Francesco Mariucci, ha concluso grazie ai finanziamenti stanziati annualmente dal Servizio valorizzazione risorse culturali, musei, archivi e biblioteche della Regione, il programma 2021 della legge regionale numero 37/90 con l’acquisto di arredi e complementi di arredo per l’incremento e la qualificazione degli spazi.
“Si deve a questo contributo e al cofinanziamento del Comune – spiega Giovanna Uccellani, assessore alla Cultura – la possibilità di recuperare spazi belli, utili e fruibili. La Sperelliana ha 356 anni di storia, ma non li dimostra”.
Alla vigilia di San Giuseppe patrono dei falegnami, il Comune ha ricevuto in dono un manoscritto del XVII secolo con lo statuto dei falegnami eugubini. L’ha donato alla biblioteca Fulvio Scarpanti, che lo conservava dopo averlo ricevuto in eredità da uno zio, Umberto Ceccarelli, abile maestro del legno, personaggio molto noto in città per aver condotto una nota impresa di falegnameria. Prima di Ceccarelli, a quanto sembra, il volume era conservato gelosamente da un altro falegname eugubino, Raffaele Costi. Alla consegna c’erano il sindaco Filippo Mario Stirati, il direttore Mariucci e Massimo Bei, esperto di storia locale.
“Questo libro aspetta ora – ha detto Scarpanti – di essere letto, studiato e interpretato. Per questo motivo, perché non restasse un documento privato, chiuso in qualche casa, ma fosse invece di stimolo per il progresso della conoscenza e della storia di Gubbio, ho voluto donarlo al Comune, affinché lo sappia valorizzare, lo sappia far conoscere e lo sappia mettere a disposizione”.
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