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Nei cimiteri solo luci comunali per fare cassa. Proteste e polemiche

Il civico cimitero di Gubbio

Apre le proteste e le polemiche l’obbligo di allacciare ogni lampada votiva dei cimiteri comunali alla rete elettrica – annuncia il Messaggero Umbria nell’edizione di oggi, venerdì 4 marzo – così da garantire ulteriori e certi introiti al servizio gestito direttamente dal Comune. L’avviso ai cancelli sull’illuminazione votiva, soprattutto al cimitero cittadino in via del Crocefisso con la firma di Daniela Franceschetti (dirigente del settore finanziario, organizzazione e servizi strategici), sta facendo il giro scatenando reazioni e catena, con malumori e critiche – con tanto di raccolta di firme – di fronte alla disposizione che entro il prossimo mese di aprile “vieta assolutamente agli utenti di provvedere in proprio all’illuminazione delle tombe con modalità diverse da quelle fornite dal Comune, quali per esempio lampada votiva a batteria o pannelli solari”.

Viene precisato dall’avviso che questo divieto vale solamente per i cimiteri comunali che sono serviti dalla pubblica illuminazione. Tutto nasce dal fatto che ormai da anni in tanti si stanno organizzando da soli, con l’esplicita volontà di ridurre le spese familiari eliminando le costose bollette dell’energia elettrica per mettere sulle tombe dei propri cari delle lampade in grado di funzionare autonomamente a importi oltremodo esigui.

Tale soluzione si è andata amplificando negli ultimi tempi ed era destinata ad aumentare ancora di più, a fronte del caro energia che ormai è finito fuori controllo. Perciò in tanti quell’avviso l’hanno preso malissimo, esternando critiche fino a gridare allo scandalo nell’accusare l’amministrazione comunale di escogitarle tutte per riuscire a fare cassa. Il provvedimento è rientrato nel pacchetto contabile dell’ultimo bilancio e sta esplicitato dettagliatamente nella deliberazione del consiglio comunale numero 13 del 15 febbraio 2022, che ha approvato il nuovo regolamento per il servizio di illuminazione dei cimiteri.

All’articolo 15 “Divieti e competenze” si spiega in dettaglio che è vietata la manomissione degli impianti e il procedere in proprio all’allaccio dell’utenza o al riallaccio dell’utenza disattivata. Le due disposizioni precedono, appunto, l’impossibilità di ricorrere a lampade votive autonome in proprio, dovendo quindi rivolgersi al Comune con l’aggravio delle spese. Non ci sono state comunicazioni ufficiali da parte della Giunta Stirati, alla quale però stanno già arrivando i malumori.

Dal Comune trapela che il divieto sarebbe la conseguenza del malcostume di chi utilizzando lampade autonome, getta poi le batterie consumate lungo i viali del cimitero e non negli appositi contenitori. C’è chi su questo aspetto ribatte che potrebbe occuparsene il servizio manutenzione, oltre alla possibilità di prevedere eventualmente le multe attivando i controlli con la videosorveglianza, senza imporre invece altri costi ai cittadini già vessati da tasse e tariffe ormai senza freni.