Rompono gli indugi i residenti, che si apprestano – come riporta oggi l’edizione umbra del quotidiano Il Messaggero – a costituire ufficialmente il comitato spontaneo “Vivere nel centro storico di Gubbio” per rivendicare il diritto alla residenzialità nell’acropoli “che va difesa da tutti”.
Parte l’esortazione affinché i cittadini si uniscano, superando il dover affrontare le problematiche ciascuno per proprio conto e attivandosi “fattivamente per avere voce in capitolo su sicurezza, viabilità, igiene, decoro urbano, chiusure stagionali e pedonalizzazioni, parcheggi e divieti di sosta, servizi, eventi, occupazione di suolo pubblico, inquinamento acustico”.
Le adesioni raccolte non saranno rese pubbliche – secondo quanto riportato dal volantino che annuncia l’iniziativa -, valutando di volta in volta le strategie operative. Si prospetta, inoltre, un incontro pubblico in tempi brevi da parte dei promotori per decidere come organizzare la rete dei referenti per zone, individuando i responsabili e per stilare uno statuto. Passano all’azione i residenti dopo l’ultimo incontro con l’amministrazione comunale che nei mesi scorsi ha prospettato un decalogo di comportamenti e operatività rimasto al momento una prospettiva non concretizzata.
Per questo i cittadini, che ora condividono le istanze e si esprimono soprattutto sui social, con la pagina Facebook “Vivere nel centro storico di Gubbio”, hanno deciso di costituire un comitato spontaneo e pronto a perorare la causa proponendosi di essere un laboratorio di proposte e iniziative, con un confronto costante a livello istituzionale. Per aderire basta mandare un messaggio alla pagina Facebook manifestando la volontà di essere rappresentato e di sottoscrivere il manifesto programmatico.
Sono cinque i punti del programma: il comitato viene visto come un organo di rappresentanza dei diritti tra istanze, problemi, bisogni e proposte alle istituzioni; c’è la volontà di organizzare momenti di confronto e interscambio tra i cittadini; si punta a individuare dei referenti per quartieri e zone che possano interloquire con le istituzioni; si intendono trovare soluzioni senza sentirsi persi nell’impotenza; si vuole uno strumento in più a tutela del patrimonio culturale che il centro storico rappresenta.
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