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La discarica di Colognola deve chiudere ma il Comune non ha i soldi per il post-mortem e la Regione si sfila

La discarica di Colognola

Verrà chiusa definitivamente la discussa discarica di Colognola, gravata di continue denunce per le condizioni ambientali con i residenti della zona che segnalano continui effetti maleodoranti e situazioni d’inquinamento.

Stessa sorte per le discariche di Pietramelina nel perugino e Sant’Orsola di Spoleto.

La Giunta Regionale ha annunciato il piano rifiuti prospettando la costruzione di termovalorizzatore che dovrebbe entrare a regime nel 2030.

Sul destino di Colognola pesa però la situazione economica: il Comune di Gubbio non ha i soldi per la sua chiusura. La Regione si chiama fuori. L’assessore all’Ambiente, il gualdese Roberto Morroni, ha tolto ogni speranza al sindaco Filippo Mario Stirati che ha sempre puntato su un sostegno finanziario di 1,5 milioni per il post mortem della discarica. “Siamo pronti a parlare con tutti – ha detto Morroni -, ma la chiusura di una discarica a gestione comunale spetta al Comune, che a suo tempo ha introitato soldi per il post mortem”.

Non è un mistero che negli anni la discarica di Colognola, che insiste su una vecchia miniera di lignite con tutte le riserve ambientali del caso (ma di questo la politica e le associazioni ambientaliste non si occupano), ha fatto da vero e proprio bancomat per i sindaci di turno. Si ricordano in particolari i tempi di Orfeo Goracci sindaco: in quegli anni il Colmune dalla gestione della discarica ricavava un sacco di soldi che reinvestiva ma senza alcun accantonamento per il post mortem stando a quanto denunciato più volte dalle forze politiche avverse all’ex sindaco.