La Lumsa sta scaricando Gubbio. L’università romana si tira indietro dalla gestione dell’ex seminario a San Martino sul quale ci sono stati forti investimenti con il coinvolgimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la Diocesi.
C’è una lettera del rettore Francesco Bonini nella quale si parla apertamente di “mutate condizioni generali esterne” alla base della decisione dell’ateneo di farsi più carico, come prospettato, della gestione diretta dell’immobile nel centro storico, pur confermando la disponibilità a organizzare in quello stabile i master di specializzazione univesitaria.
Lumsa, in sostanza, ha fatto sapere al Comune che non vuole accollarsi gli oneri della gestione di un imponente edificio storico, ritenendo non più sostenibile economicamente l’operazione del campus universitario progettato all’inizio. Stirati l’ha presa malissimo, con riflessi nell’umore già pessimo da tempo sulla vicenda all’interno della maggioranza, e proverà a riannodare qualche filo, senza escludere un contenzioso legale perché c’è una convenzione.
Lumsa potrebbe essere chiamata a risarcire i danni, visto l’investimento che tra pubblico e privati si aggira su un milione e mezzo di euro. Il sindaco è pronto a rilanciare il polo di alta formazione universitaria dirottando le attenzioni sull’università di Perugia.
Questo è comunque un durissimo colpo nel rapporto aperto nel 2010 con l’università Maria Santissima Assunta fondata dalla Congregazione delle terziarie domenicane missionarie della scuola in virtù del rapporto privilegiato con Gubbio dove nel 1924 Luigia Tincani fondò il loro ordine.
Il Comune voleva fare della città fin d’allora un polo universitario di alta formazione e l’ex seminario venne subito ritenuto il contenitore più adatto, con la prospettiva di ospitare ogni anno 700 studenti italiani e stranieri. Lumsa nel 2012 disse no alla proposta della Giunta Guerrini per l’acquisto dell’ex seminario valutato sei milioni e Stirati dall’insediamento nel 2014, dopo il commissariamento di un anno, ha rilanciato il progetto. Si è arrivato così alla convenzione stipulata nel 2018 ricorrendo ai soldi della Fondazione Carisp per ristrutturare il complesso inserendo nella vicenda la Diocesi. Pur di andare avanti con Lumsa e con l’università di Perugia, è stata scartata a priori la possibile intesa con Pegaso. Ora potrebbe non restare più nulla.
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