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L’analisi del voto di Goracci che invecchia e litiga con la matematica

L'ex sindaco Orfeo Goracci

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Anche mentre invecchia, che nel caso di Orfeo Goracci vuol dire vitalizi e pensione per una vita da “nababbo” (tutto legittimo, sia chiaro, e senza offesa per nessuno), come gli ha indirettamente ricordato il giovane ex consigliere comunale di sinistra Michele Fiorucci. Goracci “padrino” politico di Gabriele Tognoloni, scaricato dagli ambientalisti, senza neanche il coraggio di candidarsi per sostenere in trincea il suo candidato a sindaco relegato all’ultimo posto tra i sei contendenti, si è messo a fare sui propri social l’analisi politica del voto per ringalluzzire i suoi fedelissimi aspettando a settembre la ripresa del processo Trust nel quale deve rispondere di una serie di presunti reati in un’inchiesta che ha già visto un patteggiamento.

POTERI FORTI. Goracci ricomincia con la litania dei poteri forti che a suo dire sono pericolosi, dimenticando che le battaglie ambientaliste di retroguardia condotte per anni si sono ridotte in questa tornata elettorale a un migliaio di voti a testa per Della Porta e Tognoloni, neanche entrati in Consiglio Comunale (dunque per fortuna i fantasmi li vedono solo loro). La storiella dei poteri forti, leggendo anche le carte dell’inchiesta Trust con relative intercettazioni e motivazioni alla base degli arresti in quel famoso 14 febbraio 2012, vale soprattutto per certi politici come Goracci che hanno fatto e disfatto a piacimento, magari anche per semplici questioni diremmo “pruriginose”.

L’INFORMAZIONE. Ma il politologo Goracci la perla dell’analisi la riserva all’informazione, ovviamente non ai giornalisti diventati amici cantori della gesta e in passato nemici giurati. VivoGubbio continua ad andargli di traverso, soprattutto perché è l’unico organo di stampa che puntualmente informa sul suo processo in un’inchiesta che ha fatto il giro dei media nazionali con ripercussioni pesantissime sulla città tanto che il Comune di Gubbio si è costituito parte civile (per non dimenticare). La sua tesi è ardita: il giornale è stato al servizio di Girlanda e non l’ha aiutato nel risultato. Saranno la vecchiaia, le tasche piene di soldi (tutto legittimo, sia chiaro, senza offesa per nessuno) e la figuraccia elettorale alla quale ha esposto Tognoloni, ma quella tesi può raccontarla solo ai fedelissimi e per gettare un po’ di fumo. VivoGubbio ha raccontato la città e le sue condizioni, trovando perfettamente riscontro nel giudizio dei cittadini elettori; ha relegato subito al ruolo di comprimari senza tanti giri di parole Della Porta e Tognoloni; ha spiegato dettagliatamente il peso che avrebbero potuto esercitare i partiti di centrodestra nella candidatura di Fiorucci (al ballottaggio s’è visto totalmente); ha spiegato di Girlanda la posizione più complicata per il sostegno di sole liste civiche. Se proprio si vuol guardare il risultato personale del primo turno e al ballottaggio, Girlanda ha fatto un vero miracolo elettorale. Perfino Goracci ai tempi d’oro ne aveva uno, Rifondazione Comunista, e ha preso 2.140 voti quando non ne ha avuti più. Infine, sbaglia pure sulla popolarità e il gradimento di VivoGubbio e – a differenza delle chiacchiere in libertà di un politico “bollito” – la prova è data dagli inserzionisti crescenti e le segnalazioni. Goracci perde colpi. Viene da chiedersi: c’è o ci fa?